sabato 20 maggio 2017

River Mincio mon amour


Diciannovesima tappa, Monzambano - Rivalta sul mincio, 30 km.

La lunga distanza non si è fatta sentire oggi, sia per un dislivello praticamente inesistente che per le chiacchiere con Stefano, il mio accompagnatore per questa tappa ma la vera cura contro i km è stata sicuramente la bellezza del paesaggio.
La cronaca.
Partiamo presto; Stefano ha portato l'ombrello multiuso, parasole e parapioggia e l'ho preso, in entrambe i casi, come un simpatico amuleto.
Iniziamo a camminare lungo un canale poi c'é l'unica salita del giorno e a seguire l'unica discesa; il tutto fra bellissimi vigneti, che non é poco.
Inizia la pianura, una lunga distesa di campi che mi farà compagnia fino a Piacenza. È tutto uno scorrere di strade bianche e relativi canali di irrigazione, alcuni secchi, molti altri bagnati da chiare, fresche e dolci acque che verrebbe voglia di tuffarsi. O anche di fare surf quando la corrente corre.
Con noi cavalli, caprette, qualche cagnetto qua e là e anche un grosso lumacone marrone, un must di ogni Cammino che si rispetti. E poi ci sono quei fiori a pallettoni viola che sembrano venire dritti dritti da Pandora, se avete presente.
Attraversiamo piccoli agglomerati di case, ci sono gli immancabili papaveri e le inevitabili more di gelso, e delle buffe alghe da pozza fanghigliosa; continuiamo così e macinando chilometri e parole arriviamo ad abbracciare la star del giorno, il Mincio: l'estetica bucolica dei lirici latini è tutta qua, in bella vista.
È indubbiamente il luogo più adatto per un panino con finocchiona e grana.
Ce la prendiamo comoda, Goito è a due passi e sia l'entrata che l'uscita sono lungo il fiume, fra alberi misti, salici e sussurar di acque. C'è anche una famiglia di cigni, madre, padre e quattro batuffoli al seguito: se ci fosse un brano strappalacrime alla John Williams sarebbe perfetto. 
Ci sono quattro km di asfalto da fare per arrivare a fine tappa ma li bruciamo rapidamente perché quando sai che il traguardo è gagliardo vuoi arrivare subito.
A poche centinaia di metri da Rivalta sul Mincio veniamo affiancate da due arzille nonnette in bicicletta che vogliono sapere dove andiamo, da dove arriviamo e soprattutto se io sono tedesco; risponde Stefano in dialetto e da quel momento io non capisco più nulla ma mi godo la musicalità di quel dialogo, la sua armonia: ci sono dialetti duri e dialetti morbidi,  questo è di gommapiuma.
L'ostello di Rivalta sul Mincio è proprio sul Mincio, nel senso che affaccia sul fiume, diviso solo da un piccolo prato verde.
È una gioia scrivervi di oggi seduto su una panchina di pietra, davanti alle lente acque di questo bellissimo fiume.
Stefano torna a casa base, le strade si separano, almeno per un po'; domani sarò di nuovo in solitaria e le sue chiacchiere mi mancheranno.
Ora sta iniziando a piovere, oggi Giove è stato buono con noi: thank you boss.

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