lunedì 29 maggio 2017

E infine ritornai a Piacenza


Ventisettesima tappa, Fossadello - Piacenza, 18 km.

La notte è calda, non come il giorno ovviamente, ma a sufficienza per farmi trovare il sonno tardi e per svegliarmi presto. 
Colazione alle 7,30 e alle 8 via di corsa: il sole è un velocista e per essere competitivi bisogna fregarlo sullo start e soprattutto non bisogna avere distrazioni.
"Guarda, c'è un albero di ciliegie" dice qualcuno ed abbiamo già perso la gara, ma almeno abbiamo la pancia piena (col benestare del contadino).
Proseguiamo fra argini e sterrate e sull'inossidabile ciclovia del Po, il cui asfalto raggiunge temperature da altoforno e crea una sorta di effetto miraggio in cui fontanelle zampillanti danzano all'orizzonte le loro follie acquatiche. 
C'è una minuscola cappella con dentro un bellissimo quadro della Madonna ed un rosario e due signore la stanno ripulendo a fondo perché nei prossimi giorni ci sarà una funzione. Solito giro di domande e risposte poi usciamo e c'è giusto il tempo di uscire che appare il vermone bianco veramente lungo, una creatura placida e amichevole che se ne sta sdraiata al sole occupando tutto il campo: farsi una foto abbracciato a lui è inevitabile. 
Continuiamo a camminare lungo il drittone rovente a capo chino cercando, senza successo, un modo per trasformare la mille e più parole della Roberta in aria fresca; fortunatamente incrociamo il micro paese di Mortizza e ci rintaniamo al fresco del suo bar. Via le scarpe e parte "el ritual", succo di frutta e acqua gassata a garganella. La tappa sarà anche breve ma si fa comunque fatica. 
Non manca molto alla meta, forse 8 km ma entrare in una città non è mai semplice e Piacenza non fa eccezione, anzi.  La ciclabile passa vicino alla zona industriale e dopo una mattina in mezzo ai campi e alla natura si fa fatica ad accettarlo. Di buono c'è che si sbuca proprio a due passi da Vittorio, il mio ristorante di fiducia in città dove voglio portare Roberta e Patrizia per pranzo. Questo è il regno indiscusso dei tre etti di pasta, dosaggio sotto il quale è vietato scendere, quindi astenersi spiluccatori, digiunisti e raffinati minimalisti del cibo.
Recuperate le forze accompagno le girls in stazione; sono stati due bei giorni, pieni di risate e di fatica, giorni condivisi in maniera profonda, da veri pellegrini. Ci abbracciamo forte prima di separarci, poi loro scendono il sottopasso della stazione e io trovo la via per l'ostello.
Da domani sarò di nuovo solo lungo la strada, ma in fondo soli non si è mai.

Nessun commento:

Posta un commento