giovedì 18 maggio 2017

In simbiosi col fiume


Diciassettesima tappa, Verona - Pastrengo, 27 km.

Siamo i compari, i migliori amici, siamo un corpo e un'anima: l'Adige cammina con me e ormai sono tre giorni.
Subito dopo il Pognte Scaligero scendo sul suo argine e resto con lui per buona parte della tappa e lui che è un fiume riconoscente mi regalerà begli scorci e tanto silenzio.
Il clima è ottimale, cielo coperto, zero cado e si cammina con facilità; arrivo velocemente alla diga dove faccio una prima sosta poi, dopo aver incontrato un ragazzo con due cagnoloni bellissimi, tiro dritto fino ad arrivare ad uno dei punti più belli della tappa di oggi: un vecchio mulino dove fanno bella mostra di se due ponticelli medievali. 
Li cavalco poi continuo a camminare lungo l'alzaia, il lungo sentiero che costeggia il lato destro del fiume dove un tempo gli animali trascinavano, grazie a delle cime, le barche da trasporto per permettergli di risalire la corrente. 
Arrivo al piccolo paese di Pescantina quando il sole ha ormai vinto la sua battaglia con le nuvole. Incontro subito una piccola chiesetta sul cui portone è scolpito un bordone, l'antico bastone usato dai pellegrini durante la viandanza. 
Bevo qualcosa di fresco poi mi rimetto in moto, passo il ponte e risalgo la collina per arrivare a Bussolengo. Come da consuetudine c'è il mercato e il centro storico risulta invisibile. Sono in quota, quasi a fine tappa; da Bussolengo parte una ciclabile bellissima che costeggia un grosso canale e lo fa agghindata di cipressi e ricca di ciclisti. Io ho una corsia tutta per me, un avanzo di prato sulla destra e così mi risparmio l'asfalto. Arrivo ad un ponticello, le frecce mi indicano di girare ed è cos che abbandono il pianeggiante per la salita. È breve ma spietata ed è su acciottolato: trattasi del vecchio sentiero che portava su al santuario di Pastrengo. Arrivo in cima un po' provato ma la vista è bella assai. Qui ebbe luogo, il 30 aprile 1848, una famosa battaglia fra i Savoia e gli Austriaci di Radetzky, che per la cronaca vennero presi a calci nel posteriore grazie anche ad una storica carica dei carabinieri a cavallo. Di storico il paese non ha praticamente più nulla per cui tiro dritto verso l'accoglienza e chiudo la tappa; fa caldo e sogno la mia doccia fresca. 
E il tuo tuo compare? Il tuo miglior amico? L'Adige si era fatto troppo possessivo e allora l'ho mollato per sempre e domani lo tradirò con il Garda, il Lago di Garda.
Saludos.

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