domenica 7 maggio 2017

Fra barene e fiumi transgender


Settima tappa, Musile di Piave - Quarto d'Altino, 28 km.

Sarà stata la grande fatica dei 30 km, sarà stata la cena ricca e saporita, sarà stato il rumore della pioggia ma stanotte ho dormito di filato fino alle 6. Ci voleva.
Patrizia, la signora del B&B, ci ha preparato un'ottima colazione e mi ha anche risistemato la treccina che si era sciolta: un rituale che ha dato lo start alla giornata. 
Con Giuseppe al mio fianco riattraversiamo il paese e ci infiliamo subito fra campi con vigne alte e strani alberi da frutta che non riconosciamo (la botanica non è il nostro forte) poi cominciamo a costeggiare un lungo tratto del/della Piave. Ora, questa cosa che molti fiumi si possono chiamare col maschile o il femminile mi fa impazzire, é il trionfo del transgender idrico, fluido e sereno. 

Qui il peso della storia è forte, ci sono tabelle che raccontano i fatti della grande guerra, cippi che ne ricordano gli eroi e monumenti che ribadiscono il celeberrimo "di qui non si passa". Ora però passare é possibile, grazie a un ponte di barche che ci porta sull'altra sponda dove ci facciamo la prima sosta della giornata. Un bel cigno vanitoso dal centro del fiume si avvicina all'argine e si mette in posa per qualche foto. Lo assecondiamo.
Proseguiamo costeggiando il fiume  e a un certo punto veniamo raggiunti da un trio di ciclisti: li aspettavamo, sono pellegrini biruote che hanno percorso la Via Flavia ed ora scorrazzano e impazzano lungo la Postumia. Foto di rito, baci e abbracci e poi via di nuovo, a velocità diverse.
Un paio di km ancora e SBAM!!! La laguna ci colpisce con tutta la sua vastita e la sua bellezza. 
Le barene si allungano verso l'infinito e la Postumia, travestita da ciclabile nuova nuova, le tallona come un'amante gelosa che non vuole perderle di vista nemmeno un momento. Si va avanti così per nove meravigliosi km, con scorci sempre più belli e tanta, tantissima suggestione: la macchina fotografica non ne vuole sapere di star ferma, deve scattare, scattare, scattare. 
Assecondo anche lei.
Mi prendo qualche minuto per osservare una coraggiosa lumaca pellegrina attraversare la ciclabile e la proteggo negli ultimi cm del suo lento strisciare. 
Quando arriviamo in fondo al lungo "drittone" e salutiamo la laguna ci ricordiamo che è domenica e che anche il pellegrino ha diritto a godere delle gioie della vita, così entriamo in un ristorantino convenzionato e ci spariamo una mega frittura di pesce e due insalate al fresco di un giardino interno invidiabile. 
Da li a fine tappa mancano otto km ma, rinfrancati dal cibo e dalla sosta, li facciamo velocemente e facilmente: basta seguire il/la Sile che ci porta, zigzagando fluido, fino in paese. Qui la mia strada e quella di Giuseppe si dividono: lui torna col treno dalle parti di Conegliano e io mi infilo nel B&B e nella doccia. Una tappa bellissima, camminata con una persona fantastica, con un nuovo amico: grazie Scorpio Man, I'll see you soon!!!

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