martedì 9 maggio 2017

Il Sile e le barche morte


Ottava tappa, Quarto d'Altino - Treviso, 22 km.

Sono di nuovo a me stante, Giuseppe è tornato ai suoi impegni ed io ai miei passi solitari.
Quando esco la nebbia mi abbraccia stretto come una vecchia amica e mi tiene compagnia per un'ora buona, poi decide di dissolversi. Cammino lungo il Sile, poi su una lunga ciclabile bordo-strada che mi porta a Casale sul Sile e oltre per poi distaccarsi definitivamente dal rigido asfalto e raggiungere nuovamente il fiume; da qui in poi lo seguirà fino alla fine, fino ad entrare a Treviso.
Camminare seguendo le curve e le anse del Sile è quasi ipnotico, di sicuro è dolce e piacevole; i germani e tutti gli altri pennuti si scostano appena al mio passare certificando, se ce ne fosse bisogno, la serenità  del luogo.
Il placido camminare si interrompe brevemente nei pressi di una chiesetta per potere parlare con la banda di Radio Popolare e quella di Radio Francigena senza che si percepisca il respiro accelerato del pellegrino, poi riprende dolcemente. Il cielo é velato e la temperatura è ideale e quando arrivo nel minuscolo borgo di Casier è già ora pranzo, lo si capisce dai profumi che escono da un'osteria affacciata sul fiume. Io sgranocchio qualcosa e riparto veloce.
Quando arrivo ad una passerella che si allunga sopra il corso del Sile capisco di essere arrivato nel posto clou  della tappa, il Cimitero dei Burci.  Chi mi conosce sa della mia passione per i cimiteri monumentali ma qui siamo di fronte ad una cosa ben diversa: i burci sono barche.
Costruite larghe e a fondo piatto erano le tipiche imbarcazioni da trasporto fluviale, assai comuni in tutta la val padana.
Negli anni settanta, in questa ansa del fiume ne furono "parcheggiate" alcune, una prassi utilizzata anche per frigoriferi, materassi ed ogni altro genere di rifiuto ingombrante, tipica dell'italico popolo tutto.
Il tempo e la natura hanno lentamente spolpato quei relitti riducendoli all'osso e dando al luogo un aspetto lugubre ma estremamente affascinante. Ci passo un bel po' di tempo, a fare foto e sognare storie poi mi rimetto in cammino; mancano 5 km a fine tappa, time to go.
Entrare a piedi in una città non è mai semplice ma questa legge non vale per Treviso, non da questa parte almeno: la ciclabile arriva dritta fino alle mura guidata dal Sile fra gruppi di cigni, papere e mulini abbandonati (ahimè), il tutto in totale sicurezza. Ho un treno che mi aspetta, stanotte dormo a casa a Venezia e domani mi riposo: penso di meritarmelo.
Mercoledì si ricomincia. Daje !!!

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