lunedì 12 giugno 2017

Quando si comincia a fare sul serio


Terza tappa, Pometo - Grazi (Romagnese), 15 km.

Abbandonare un posto dove non sei stato bene è una vera liberazione e questo concetto vale in toto per Pometo, borgo brutto e anaccogliente, uno di quei posti che ci si lascia volentieri alle spalle.
La discesa per Caminata segue prima la strada poi, ad un curvone, decide di affrontare il Borneo piacentino, una infida giungla bassa fatta di prato incolto, piante carnivore rinsecchite ma ancora mordaci e vaghezza assoluta del sentiero. In nostro aiuto giunge uno dei santi protettori del pellegrino, San GPS. Lo so, lo so, il gps non si dovrebbe usare ma a volte può tornare utile e poi, come ho detto più volte, io con i pellegrini straight edge non vado molto d'accordo.
Usciamo dalla giungla e scendiamo lungo una via sterrata che va verso il paese; dalla fattoria che costeggiamo escono Charlie, un bel maremmano gigante e il suo fido scudiero Bastardino Gnappo, e dopo una cavalcata epica nel prato ad erba medica ci raggiungono. Charlie è un cane buono, mi lecca la mano che gli porgo poi fa subito una pisciatina (spero le due cose non siano correlate); il suo compare fa gli stessi gesti poi ritornano di corsa da dove erano venuti e noi possiamo fare il nostro ingresso a Caminata.
La sosta è obbligata: nelle scarpe si è infilato un intero campionario della flora locale e camminare risulta impossibile. Il paese è bellino assai e fino a poco tempo fa era punto tappa ma l'accoglienza ha chiuso e i viandanti, ahimè, se li è presi Pometo. Incontriamo però un signore che ha organizzato una proloco e mette a disposizione la sua casa, così questo bel borgo potrà tornare ad essere ospitale con i pellegrini.
La salita che da Caminata porta a Trebecco ammazzerebbe perfino uno stambecco (così, per far la rima) e nonostante il paesaggio ai lati sia bellissimo e delle nuvole amiche tengano a bada il sole, quando arriviamo su siamo a pezzi e ci concediamo una nuova sosta.
Il paese è un minuscolo borgo di quelli tipici dell'appennino e il bar non è contemplato: patimus.
Da lì in poi si va per saliscendi, pezzi in piano, nel bosco, fra i campi e nonostante qualche strappetto si cammina bene. 
Ci concediamo un'altra sosta ai bordi di un fienile in disuso, la stanchezza comincia a farsi sentire e i pochi refoli di vento che ogni tanto giungono a rinfrescatci non riescono a lavar via la fatica. 
Non manca molto alla meta, roba di tre km o poco piu; il sentiero danza sul crinale/confine fra la Lombardia e l'Emilia e si avvicina fra saliscendi, mucche al pascolo, lucertole fugaci ed una vipera fifona, alla frazione di Grazzi. 
C'è il tempo per un incontro pellegrino, una coppia con cane al seguito che, partita da Caminata proseguirà per Bobbio, la nostra meta di domani; selfie di rito poi ci separiamo, ognuno per la sua strada. La nostra passa davanti ad una bellissima fonte dove bagnarsi la testa, più che una necessità, è un dovere; riempiamo le borracce ma ormai siamo arrivati e, questa volta l'accoglienza è di quelle speciali.
I muscoli dolgono ma ce la possiamo fare.

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