mercoledì 14 giugno 2017

La tappa dura, con grinta e con slancio


Quinta tappa, Bobbio - Nicelli, 22 km - 2 + 1

Sia io che Nat ci svegliamo con quell'ansietta da prestazione escursionistica che già da ieri ronzava attorno a noi, nelle nostre teste. La tappa di oggi è praticamente tutta in salita, e i primi km sono di quelli che non augureresti nemmeno al tuo peggior nemico.
Lasciamo le stanze alle 5,45, una ricca colazione di 15 minuti esatti e quando il campanile rintocca si parte. 
Attraversiamo il ponte gobbo che, con le prime luci del giorno, ha un aspetto decisamente più magico rispetto a ieri; la strada asfaltata si inoltra in piano nel bosco fino ad attraversare un ponte, poi prosegue in leggera salita ma lo fa da sola: a noi tocca la sterrata, quella che sale, senza pietà. Più andiamo su più lei si restringe e si addobba di sassi rendendosi più inospitale di quanto già sia; sbuchiamo su asfalto ma non abbiamo nemmeno il tempo di poggiare i piedi sul terreno stabile che quella ricomincia a salire nel bosco. Per essere così presto il tasso di umidità è già altissimo e si suda copiosamente; il sentiero si fa via via più impervio ma quando sbuchiamo su asfalto, spompati e sbuffanti, e ci rendiamo conto del dislivello coperto ci prende un piccolo moto d'orgoglio e credo che sia del tutto meritato. Pochi minuti ancora e sbuchiamo a Santa Cecilia, borgo semi disabitato dove facciamo la prima sosta sotto gli occhi vigili di un cane vecchierello che non ha più la forza di abbaiare e cosi si limita a sorvegliarci. 
Scegliamo di non passare per Coli e di fare la variante che passa per il Santuario di Sant'Agostino che ci fa risparmiare 2 km e un po' di dislivello. È tutta su asfalto ma di macchine, così come di presenze umane, nemmeno l'ombra. Incontriamo invece una grossa lepre, un ramarro verde fluo, tantissime farfalle e delle grosse rocce dal colore cangiante. La strada sale costantemente ma lo fa in maniera morbida, senza strafare, e poi si è quasi sempre all'ombra per cui il camminare è lieve. 
Il Santuario è una piccola cappella chiusa con, sul davanti, una bella statua del santo e, su un lato, un tavolaccio vista vallata con due panche che fanno proprio al caso nostro; è ora di rifocillarsi e banane, pesche noci, albicocche e acqua fresca sono un'ottima fonte di energia..
La strada continua a salire dolcemente fino a sbucare al Passo di Santa Barbara, dove c'è il monumento più brutto del mondo; trattasi di angelo con spadone puntato a terra ed ali ritte, una cosa veramente ripugnante.
Da li la strada continua a salire in un paesaggio bellissimo fatto di piccoli pini, pascoli e strane forme rocciose, fino ad arrivare al punto più alto della tappa odierna, la Sella dei Generali, a quota 1218 m.
Qui i due sentieri si riuniscono in una larga sterrata e proseguono uniti verso Nicelli, dapprima in piano poi scendendo sempre di più. 
Le nuvole cominciano ad addensarsi, risparmiandoci un paio di gradi e quando arriviamo al Fontanone, dove sgorga un'acqua buonissima e gelata, decidiamo di fare l'ultima sosta del giorno. 
Non so cosa sia successo di preciso, sara stato il caldo, l'euforia idrica o chissà cos'altro ma quando ripartiamo imbocco il sentiero sbagliato, quello che scende a Mareto. Me ne accorgo solo dopo mezzo km e quando questo accade la vallata risuona dei miei potenti improperi; facciamo dietrofront e proprio in quel momento le nuvole decidono che la pioggia è rinviatata a data da destinarsi e si riaprono di scatto lasciando che il sole torni a cuocerci. Se non è accanimento questo...
Quando arriviamo di nuovo al fontanone per prima cosa mi bagno la testa poi controllo il gps e in quel momento arrivano due mountain bikers tedeschi che ci indicano il sentiero per Nicelli. 
Ci vuole poco ad arrivare, una mezzoretta, poi finalmente possiamo goderci la nostra doccia: oggi ce la siamo proprio meritata.

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