martedì 13 giugno 2017

Il Pian Perduto e lo paese antico


Quarta tappa, Grazi - Bobbio, 13 km.

Dopo una pasta col tonno di proporzioni bibliche, un tramonto sublime ed una notte fresca e serena tre km abbondanti di salita si fanno senza alcun problema.
La prima meta è il Giardino Alpino di Pietracorva e la presenza di qualcosa di alpino in pieno appennino ci fa sorridere non poco. È li che si abbandona la strada e, seguendo il recinto di questa oasi naturalistica, ci si inoltra nella faggeta. Strani alberi i faggi, asociali per natura tendono a fare gruppo fra loro e difficilmente lasciano entrare altre specie arboree nel luogo dove mettono radici. 
Dopo qualche centinaio di metri in salita si arriva a un quadrivio dove vari sentieri puntano in direzioni diverse, compreso il nostro, ma ce n'è uno che punta in alto ripidamente, uno a sfasciumi e terriccio,proprio ciò che detesto; porta ad un simpatico montarozzocon punta rocciosa che risponde al nome di Pian Perduto: come si fa a non guadagnarne la cima. Da lassù c'è un panorama pazzesco, si vede la valle che abbiamo camminato fino a ieri e anche quella che cammineremo oggi e domani. È un luogo molto bello, un posto da meditazioni spinte.
Scendiamo non senza difficoltà e iniziamo a camminare in piano nella faggeta e si cammina troppo bene, all'ombra, in silenzio, in pace: non può durare. Arriviamo ad un curvone della provinciale dove c'è un simpatico bar ristorante pieno di scritte buffe fra cui un cartello che riserva il parcheggio ai soli alieni; sarebbe bello soffermarsi ma apre solo nel weekend​, sigh. 
Tagliamo un paio di curve grazie a una sterrata ma poi siamo di nuovo su asfalto, in ripida e tortuosa discesa verso Bobbio. Alcune buffe nuvole frisè si sistemano nel cielo, una in particolare sbuffa in verticale come un segnale di fumo Apache ma poi, col passare dei minuti e i colpi del vento si trasforma in un tubo a spirale che poi si reclina da un lato creando un effetto suggestivo insieme al bosco, ai calanchi e ai campi di grano.
Bobbio è ormai vicina, tuttavia ancora gioca a nascondersi, a farsi desiderare; imbocchiamo un'ultima sterrata rognosa e sassosa che taglia via la strada portandoci dritti fino in paese.
Fa caldo, parecchio e, dopo l'agognato succo di mirtillo, ripariamo subito nel b&b per una doccia fresca e un po' di relax: ormai siamo qui e il paese non può certo fuggire, romperebbe tutto il ponte.

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