domenica 4 giugno 2017

La tappa veloce e le farfalle amiche


Trentatreesima tappa, Tortona - Stazzano, 31 km.

Ho tanti validi motivi per uscire presto stamattina: i 31 km, il caldo e la minaccia del temporale a metà mattinata. Alle 5,45 sono già per strada a camminare veloce spingendo sui bastoncini per darmi un ritmo baldanzoso. Tira un bel vento e, per la prima volta da giorni, sento qualcosa che si avvicina al freddo, l'aria di una mattina frizzante di aprile. Penso, per un attimo, all'eventualità di mettere il pile leggero ma appena abbandono l'abitato di Tortona e la calda luce mi abbraccia l'idea muore: il sole è sempre lui, quello della settimana appena finita e non vuole cedere il passo a nulla e nessuno.
Attraverso campi coltivati e solitarie stradine di campagna poi inizia la prima salita, quella verso Carbonara Scrivia, un nome che rievoca pranzi e cene recenti ma a quest'ora della domenica mattina sono aperti solo i chioschi delle colazioni fantastiche, quelle che possiamo solo sognare. Il comune è in un grosso torrione che domina la quiete del borgo ma oltre a quello non c'è nulla che possa giustificare una sosta per cui bevo un po' dalla mia borraccia rossa senza sfilarmi lo zaino e riparto veloce verso Spineto, l'altro Scrivia, anche lui solitario e silente.
Lo Scrivia è un fiume che nasce nei monti sopra Genova e che ha deciso di boicottare la discesa a mare trovando più interessante l'unirsi al Po. Un bene visto i problemi che ha la Città della Lanterna,, con i suoi fiumi interrati e non. Ma la Superba è ancora lontana e io mi devo muovere se voglio arrivarci.
Mi infilo in una bellissima sterrata di campagna che taglia in due un grosso pianoro in costa lasciandomi stupefatto, per la bellezza del luogo e per il fatto che, aspettandomi una salita, ho trovato una landa piatta.
A un certo punto succede una cosa strana: da un cespuglio che segue tutto il lato sinistro della sterrata si staccano delle farfalle, tante farfalle. Mi girano intorno mentre cammino e vanno a riposizionarsi al punto di partenza; ad ogni passo che faccio se ne staccano altre, ogni passo un nuovo stormo. Questa cosa va avanti per un centinaio di metri. Adoro le farfalle, ho di loro una visione particolare, legata ai cari estinti, alle loro anime trasmutate. Quando finisce il cespuglio e il circo volante cessa di esistere un vago senso di tristezza mi coglie, non totalmente impreparato: sapevo che sarebbe successo ma finché hanno volato per me, con me, sono state una bella compagnia, la migliore che si possa avere.
Il pianoro continua ad allungarsi davanti a me ed io camminerei così per ore, ma c'è la Strada dei Boschi da fare, e per arrivare a Giusulana, l'agglomerato umano più vicino, bisogna salire, salire, salire.
Lo faccio dolcemente e a passo sostenuto, ormai ho preso il ritmo e per fermarmi dovrebbero abbattermi a fucilate. Un falco decolla a pochi metri da me e riesco a cogliere il suo forte battere d'ali con cui si libra per poi lasciarsi andare alla corrente che lo porta su; il vento non ha smesso di soffiare e rinfresca il mio corpo sudato. Metto la bandana per tamponare la fronte madida e continuo, nuovamente in discesa verso Sardigliano, dove finalmente mi fermo per fare una sosta; c'è una panchina all'ombra, il cielo si è aperto ancora di più, il pericolo pioggia sembra definitivamente sventato e a fine tappa mancano solo 4 km. Mangio una barretta, bevo e parlo un po' con Bea al telefono.
Nella piazzetta fa bella mostra di se un ossimoro: due bandiere, quella americana e quella della pace, sventolano una accanto all'altra. C'è anche quella italiana ma è al centro e le altre due la coprono.
C'è da salire ancora, è l'ultimo strappo per oggi ma lo sento; il fisico provato comincia a lamentarsi ma quando si svalica dalla sommità c'è una vista sulle colline boscose che sa di Eden, non il cinema, l'altro: fa bene, fa si che la discesa sia veloce, che la fatica si ammansisca e che la tappa trovi velocemente la sua conclusione.
La doccia poi riesce a lenire ogni residuo dei dolori da stanchezza e io posso rilassarmi e anche essere un po' fiero di me.
Yeah up on the hill, up on the hill

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