mercoledì 21 settembre 2016

Una giornata in crescendo


Settima tappa: Gubbio - Bisina, 22 km.
Canzone del giorno Just like heaven dei Cure.

Una tappa iniziata nel segno della pioggia e dello sconforto e finita col sole, in un micro paesino fuori da tutto ed evolutasi in modo speciale. 
Dopo aver attraversato la pianura egubina in linea retta e aver conusciuto un bellissimo ciuchino, proprio all'inizio della salita Giove Pluvio decide che è il momento adatto per buttare giù qualche secchiata. Mantella da gnomone e pedalare, non c'è altra soluzione. La strada sale, sale, sale, non sa fare altro. Quando arrivo in cima sono sudato mezzo, grazie alla scarsa traspirazione e alla fatica ed è allora che il dio pagano decide che per oggi può bastare. Gaudemus. Arrivo in cima ad una collina e sfilo via il costume mitologico tornando ad essere soltanto un pellegrino. Bevo un po' d'acqua e mentre lo faccio mi giunge all'orecchio uno scampanellio: mi sale un po' di fifa. Alzo lo sguardo e sono solo tre cani da caccia che precedono i loro padroni cacciatori (il che spiega la presenza dei jeepponi infangati in questo luogo sperduto). Non amo i cacciatori, anzi ma i loro cani non hanno colpe ed è per questo che carezzo loro e ignoro i padroni. Vanno via subito con il loro magrissimo bottino di un unico fagiano.
Squilla il telefono: sono quelli di Radio Popolare che ospitano quelli di Radio Francigena che ospitano me. Mi fanno un'intervista e la cosa riesce parecchio bene, non mi impappino quasi mai ed esprimo anche i concetti in maniera chiara e divertente: generalmente sono una frana in queste cose ma qui e ora mi sento fortissimo. Sarà merito del sole che lentamente comincia a spintonare le nuvole per farsi spazio, sicuramente lo è. Quando mi rimetto in cammino mi affiancano due pellegrini italiani; li avevo visti all'inizio della salita che si riparavano sotto una tettoia. Qualche decina di metri insieme e poche parole poi li semino.
La strada ora scende, e mi regala paesaggi bellissimi e un altro incontro: sono marito e moglie, sulla sessantina e questo è il loro primo pellegrinaggio, tre tappe da Assisi a Gubbio. Sono entusiasti a dispetto della fatica e della pioggia presa, hanno gli occhi felici di chi ha scoperto un nuovo gioco: sono sicuro che abbiamo guadagnato due nuovi pellegrini. Selfie di rito e si riparte loro in salita io in discesa ma so che non può durare. 
Dopo una mezz'ora abbondante arrivo all'eremo di San Pietro e lì finalmente fagocito la mia banana e le mie mandorle. Sopraggiungono i due camminatori di prima che dormiranno proprio qui; una tappa breve la loro e penso che in fondo sia giusto così.  Questo cammino andrebbe fatto lentamente, dovrebbe essere contemplativo, fatto di passi ma anche di lunghe soste spese ad ammirare il paesaggio, a lasciar volare i pensieri (tutto questo ovviamente non in uno dei settembre più piovosi di sempre).
Mentre scendo verso il fondovalle attraverso un bosco silenzioso  improvvisamente un pensiero mi sale addosso e non mi molla: è il pensiero dei miei genitori, veri istigatori primari di questa mia passione, il desiderio impossibile da realizzare di averli con me in questa tappa. Loro non ci sono più e questa cosa non si può cambiare; mi sale un groppo in gola e non posso far altro che guardare il cielo e far scendere qualche lacrima: se sono lassù mi staranno guardando ora e credo siano orgogliosi di me. 
Più giù c'è una graziosa micro cappella, il cui interno è chiuso  da una grata; alla grata sono appesi mille oggetti disparati, rosari, tau, cappelli, sogni, desideri e brandelli di vita di tutte le persone che sono passate da qui. Io ci lascio la mia bandana arancione, compagna di mille avventure: credo stia meglio qui che sulla mia fronte
La sterrata si riduce a sentiero e giunge al fiume che si guada su grossi cubi di cemento, poi c'è una lunga salita fangosa che sbuca su una nuova sterrata che in meno di un'ora mi porta a Bellugello, minimo paesino solitario dove finalmente chiudo la tappa. La proprietaria gentilissima mi porta con la macchina a fare la spesa in un paese limitrofo. La stanza in cui dormo è dotata di angolo cottura e stasera una carbonara non me la leva nessuno: cucinare mi manca tanto e allora, Soul Kitchen.

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