venerdì 16 settembre 2016

Cerbaiolo, il diavolo e la pioggia santa



Seconda tappa: Pieve Santo Stefano - Passo di Viamaggio, più o meno 15 km.
Canzone del giorno: (inevitabilmente) Rain - The Cult

Una seconda tappa abastanza breve e semplice quella di oggi, con poca pioggia all'inizio del percorso (tutta quella che non ha fatto prima la sta facendo in questo preciso istante, modello diluvio universale).
Vero gioiello della giornata, l'Eremo di Cerbaiolo. Ma andiamo con ordine.
Esco dal Castellare che sono le 8,15 e piove. Indosso la mantella e, come Clark Kent prima di me, mi trasformo in un supereroe...o ciò che, nelle mie. modeste possibilità, più gli si avvicina: lo Gnomone blu della Val di Susa.
Attraverso tutto il piccolo paese e, seguendo le indicazioni della guida e anche dei gestori del B&B,  opto per la sterrata, più lunga ma più sicura del sentiero. Poco prima di uscire dal paese un ragazzo nero in bicicletta mi sorride e mi fa: hei, ciao Jah Man. Deve aver notato il mio braccialetto giamaicano, altrimenti non si spiega. Io ricambio il saluto e abbandono col sorriso lPieve Santo Stefano. La strada sale lenta e senza forzare la mano con le pendenze. Smette di piovere e sfilo la mantella. Non incontro anima viva e cammino avvolto nei miei pensieri; dopo una curva la sterrata spiana e arrivo ad un bivio segnato da una croce. La deviazone per l'Eremo è d'obbligo così comincio a salire, piano, quasi in punta dei piedi. Ieri sera mi sono intrattenuto  con i gestori del B&B che mi hanno raccontato la storia del posto, quella di suor Chiara, la religiosa che si adoperò per il restauro e la cura dell'Eremo e che ci visse solitaria (con le sue capre) fino al 2001; mi hanno detto anche del diavolo con cui condivideva il luogo e delle tribolazioni per tenerlo a bada e tutte queste storie mi hanno suggestionato a tal punto che quando arrivo in cima ho quasi paura a respirare. La realtà è che Cerbaiolo è, come scritto sul cartello all'ingresso, "un notevole esempio di insediamento religioso in ambiente impervio" e ciò può dare adito alla nascita di molte leggende. C'è un detto che recita "chi è stato a La Verna e non è stato a Cerbaiolo ha visto la madre e non ha visto il figliolo". In effetti i due luoghi si somigliano moltissimo: entrambi sono costruiti in maniera ardita su formazioni rocciose a strapiombo sul vuoto e trasmettono una grandissima energia. Sull'ultima rampa che sale all'Eremo c'è un fortissimo odore di menta e ci sono cinque rose rosse su una pianta che costeggia il muraglione ma soprattutto c'è una grande quiete. Faccio fatica a credere al diavolo nella stessa maniera in cui faccio fatica a credere a dio; credo nell'energia, quella positiva e quella negativa  e su questo fondo la mia "spiritualita". Personalmente ho sentito, come direbbe il mio amico africano, delle belle vibes, una bella energia, almeno all'esterno; l'interno é chiuso, anche l'eremita che ci abitava sembra essersene andato. Istintivamente penso all'Overlook Hotel di Shining, alla follia a cui un uomo può soccombere vivendo in un posto isolato: forse il diavolo è questo, anche questo.
Resto una decina di minuti a riposarmi in questo luogo magnifico poi scendo e vado a riprendere la sterrata. Da lì fino al Passo di Viamaggio è poco più di un'ora e a parte una donnola (o una bestiolina simile) che mi è passata davanti in tutta fretta non c'è nulla di rilevante da raccontare. Al passo ho fatto due chiacchiere con due mountain bikers pellegrini coperti di fango dalla testa ai piedi, un bell'incontro. Entrare all'hotel Imperatore e ascoltare I wanna be sedated dei Ramones è solo la ciliegina sulla torta. Punk's not dead.

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