mercoledì 28 settembre 2016

Stroncato a Stroncone (e vai con la sigla)


Quattordicesima tappa: Collescipoli -Stroncone, di fatto 15 km.
Canzone del giorno: Whole of the moon dei Waterboys.

C'è sempre una tappa storta, in cui le cose non vanno come dovrebbero, in cui piccoli cataclismi si sommano e fanno massa, mandando tutto in vacca. Bene, quella di oggi è stata la madre di tutte le tappe storte.
Comincio col dire che il presentimento aleggiava già da un paio di giorni e io ai presentimenti ci credo. Vado con ordine e vi do la fredda cronaca.
Il sentiero perde la sua segnaletica proporzionalmente allo scorrere dei km, dei minuti e di tutti gli altri sistemi di numerazione spazio-temporali. Stamattina, ad un trivio, la segnaletica era proprio assente ed io mi sono sorbito quasi un km di surplus scendendo verso un sedicente laghetto di pesca dove non c'era nessuno, un luogo vuoto degno di una avvincente sceneggiatura noir. Mi è toccato risalire, e scegliere una seconda opzione, fortunatamente quella giusta. Una volta sulla provinciale é stato più facile seguire il percorso perché le strade asfaltate sono segnalate di default ma questo non basta, non quando le carenze di sicurezza diventano il leitmotiv del Cammino.
Ero lì che camminavo sicuro, convinto che nulla avrebbe potuto ostacolare i miei passi quando il mio animale avverso, il maremmano, si è palesato irrompendo nuovamente nella mia vita. È uscito da un cespuglio lato strada, come un serial killer dall'angolo buio dell'inquadratura, con i suoi denti in bella mostra e il suo ringhio sordo e rancoroso. Mi si è lanciato contro senza mezze misure ed io non ho potuto far altro che retrocedere di uno, due passi e il secondo mi è stato fatale: piede sinistro sull'infido gradino asfalto prato e la caviglia è andata. Non sono caduto per puro miracolo (dio solo sa cosa sarebbe successo) ma ho lanciato il mio urlo di dolore che non ha fatto altro che attizzare ulteriormente la bestia. Ritrovato l'equilibrio mi sono girato e con passo veloce mi sono allontanato; lui mi ha seguito per un bel pezzo ed io, che in cuor mio tremavo di paura, ho potuto solamente allontanarmi sperando in una clemenza che il maremmano non conosce. Non mi sono voltato, ho fatto affidamento solo sul mio udito , valutando la lontananza dai decibel dei suoi latrati. È crollato tutto, la gioia, la grinta, la voglia di avventura: in un secondo era rimasta solo la voglia di essere a casa, al sicuro, vicino alla Jessie, il mio came buono. Con lentezza e fatica ho coperto i sei km che mi dividevano da Stroncone (mai fine tappa ha avuto un nome più appropriato) e auando sono arrivato al Francesco Inn mi sono accasciato sul letto, stan o, demotivato e triste.
L'anno dei Cammini promosso dal governo è tutta fuffa, come molto altro del resto, e questa cosa mi fa ancora più male. L'Italia, o almeno una sua parte, è in totale stato di abbandono e io houna gra voglia di tornare a camminare all'estero dove queste cose non mi sono mai successe.
Il Cammino per me finisce qui, l'ha deciso in via definitiva la farmacista; domani vado con i mezzi a Rieti e poi fra due giorni me ne torno a casa. Avrei voluto una fine diversa per questa avventura ma  non è stato così. Camminare da solo può essere una bellissima esperienza ma anche un grosso rischio in questo paese. Io non mi arendo ma dovrò valutate bene i miei futuri itinerari e questa cosa mi intristisce assai. Ora è tempo di tornare a casa, dagli affetti, in un posto sicuro e tranquillo. La Via di Francesco é stata una grande esperienza, almeno fino a Spoleto, il resto si perde nel limbo dei brutti ricordi ed è un peccato.
A tutti voi che mi avete seguito un enorme grazie e a presto, su altre strade, di altri luoghi.
Saludos amigos.

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