martedì 21 luglio 2015

La penultima tappa e le scelte obbligate

Campagnano - La Storta, 20 km.
Stamattina ho spento la sveglia e...per la prima volta dal 9 giugno mi sono riaddormentato. 
Cosa è successo? Facile a dirsi: avevo quel misto di ansia, paura, reazione a sogni brutti che invece di svegliarmi mi ha fatto richiudere gli occhi come se questo potesse bastare a risparmiarmi la tappa di oggi.
La disavventura di ieri ha pesato, e tanto, sul mio morale e sulla mia concentrazione che, si sa,  già si abbassa di suo con l'approssimarsi del traguardo finale; è una vecchia legge di montagna che bisogna tenere nella giusta considerazione.
La tappa di oggi prevedeva asfalto fino a Formello e poi una serie di stradine e sterrati in campo aperto fino a La Storta. Ecco, la seconda parte mi inquietava e non poco, non volevo ritrovarmi nuovamente a dover affrontare situazioni rischiose per cui sono stato costretto a scelte obbligate.
Ma andiamo con ordine.
Mi sono messo in cammino che erano le 7 (vergognaaa) e ho affrontato il percorso con tutta la serenità di cui ero capace, con l'orecchio sempre teso a carpire il minimo accenno di scampanellio ovino o di latrato canino. L'asfalto, seppur non trafficato, mi dava sicurezza e i pochi latrati e abbai che sentivo venivano dalle numerose ville davanti a cui passavo e che avevano i cancelli rigorosamente chiusi.  Sono arrivato così al Santuario della Madonna del Sorbo, luogo bellissimo e pieno di pace dove ho fatto una sosta piacevolissima. 
Da li a Formello una sterrata in mezzo al bosco, luogo notoriamente avverso agli ovini. Ho incontrato invece un bellissimo esemplare di bue dalle grandi corna che si è fatto fotografare amabilmente.

Formello non la conoscevo, il mini borgo è assai bellino, con Palazzo Chigi (non quello famigerato) sede di un museo e della biblioteca e dell'attigua chiesa al cui interno, nella navata di destra c'è una linea sul pavimento con i segni zodiacali e sulla parete in fondo un buchino in cui il sole a una certa ora filtra andando a colpire il segno zodiacale "in corso". Insomma, sacro e profano, i love it.
Fuori dalla chiesa mi sono seduto e, guida + app alla mano, ho riflettuto sul da farsi. Le possibilità erano due: la vallata e i campi aperti pieni di insidie "animali" e la strada trafficata e senza marciapiede, piena di insidie "motorizzate".
Come dicevo prima alcune scelte sono praticamente obbligate e io ho scelto la strada. Dire che è stata un'esperienza traumatica anche questa è dire poco ma sempre meglio che camminare con l'angoscia di vedere dietro ogni angolo il muso di un Maremmano incazzato.

9 km possono essere infiniti, anche se ne hai fatti 4 di Via Emilia o 3 di Aurelia che sono più trafficate; non finiscono mai e con il sole a picco rischiano di farti impazzire. 
Appena arrivato a La Storta mi sono rifugiato nel primo Bar che ho trovato e mi sono messo al riparo nell'ultimo tavolino in fondo, per staccarmi il più possibile da quei 9 km infami.
Inutile dire che i sono trangugiato due chinotti.

A Roma mancano ora 14 km e non ho mai desiderato così tanto vedere il colonnato di Bernini. Tutte le strade portano a Roma.

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