Ponte d'Arbia - San Quirico d'Orcia, 26 km.
La sveglia è leggermente posticipata oggi, tipo alle 6 perché alle 8,38 ho un appuntamento a Buonconvento (che fa anche rima). Con chi vi chiederete voi e io non ve lo dico, dovete aspettare.
La cronaca
Mi metto in Cammino che sono le 7; il sole è già alto ma fa ancora fresco. Trecento metri di Cassia e poi su verso il crinale, in mezzo ai girasoli, nel silenzio.
Passo accanto a delle coloniche meravigliose, circondate da cipressi e vigneti e sogno ad occhi aperti di averne una, anche piccola, ma bellina, con una vista sul tramonto e un pergolato. "Dreaming is free" cantavono i Blondie per cui ...
La sterrata ridiscende poco dopo e mi porta a Buonconvento; è ancora presto per cui mi faccio un giro e becco Fiji e il suo padrone e altri due pellegrini. Due chiacchere poi è ora di andare in stazione.
Alle 8,38 precise il minuscolo treno arriva al binario 1, le porte si aprono e....rullo di tamburi, esce Bea, la mia compagna che eroicamente si aggrega per la tappa di oggi che lei stessa battezza "la tappa gnappa".
Sono 21 km fino a San Quirico, tanta strada, ma è anche una delle tappe più belle dell'intero Cammino e questo aiuta molto, moltissimo.
C'è poco più di un km di Cassia brutta da fare poi si prende a destra verso Montalcino dove un apposito sentiero corre in completa sicurezza a fianco della strada per poi abbandonarla definitivamente. Si entrra così in una terra magica, quella del Brunello.
I vigneti si perdono a vista d'occhio e camminare sulle strade bianche che li attraversano è miele per gli occhi. Tira un bel venticello e anche le brevi salite risultano piacevoli.
C'è addirittura una cantina (Caparzo) che fa la sosta del pellegrino e per 6€ ti da un calice di vino, un panino e una bottiglietta d'acqua. Non fa per noi così tiriamo dritti. Bea vuole assolutamente la foto sulle balle di fieno e per me è un vero piacere fargliela. Si cammina così, ridendo e scherzando, incuranti del caldo che cresce perché finché sei sul crinale stai bene, sul crinale ti senti dio e nulla può ferirti. Dura così fino a Torrenieri, dove si scende fino a incrociare nuovamente la Cassia brutta; la stanchezza
si fa sentire di botto e anche il caldo e noi ripariamo in un bar.
Dopo due chinotti con ghiaccio e quattro chiacchere pellegrine ripartiamo. Ci aspetta la salita fino a San Quirico d'Orcia, 6 km con 200 metri di dislivello che in condizioni normali non sarebbero nulla ma che con il caldo delle 13 possono essere letali.
Si sale subito, senza pietà. Sono stanco io che ormai sono allenato, figuriamoci Bea ma stringiamo i denti e andiamo, lento pede. Si va per la vecchia Cassia, ormai praticamente a traffico 0. Si scollina e si scende per poi risalire: è lo strappo finale, diamo tutto quello che abbiamo, ci spariamo tutta l'acqua rimasta in una sosta davanti al cimitero (unico posto a fornire un po' di ombra), Bea in calo di zuccheri si divora una barretta e poi diamo la stoccata finale entrando in paese da eroi, lei soprattutto, che è stata bravissima, ha stretto i denti e ha portato a termine il suo tratto di Cammino. Ora è qui che dormicchia mentre io scrivo: se lo merita tutto.
Domani non si cammina, domani relax; domani le regalo le terme, un massaggio e una giornata da ricordare, proprio come quella di oggi.
Dalla finestra della nostra stanza si vede tutta la Val d'Orcia e in fondo, lontano, Radicofani...ma questa è la storia di lunedì.
A Roma mancano 200,2 km but...come cantavano gli Everything but the girl "I don't want to talk about it"
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