Pietrasanta - Lucca, 32 km (gli ultimi otto d'inferno).
Mi sveglio che è ancora buio, colazione, vestizione, pronti, partenza, via.
Pietrasanta è una bolla di silenzio e tranquillità rotta soltanto dalla fragorosa ma muta presenza delle meravigliose sculture di Mitoraj. Giacciono nella piazza centrale appena illuminata dall'alba come se stessero dormendo. Era uno dei miei artisti preferiti ed iniziare questa lunghissima giornata con la visione di alcuni dei suoi pezzi più belli è una vera botta di energia: ne avrò bisogno.
Esco da Pietrasanta e dopo poco abbandono la strada principale per una meno trafficata che gira a sinistra.
Insieme a me ci sono la piccola Fiji e i due francesi; facciamo gruppo ma "ad elasticum" ovvero ogni tanto si sta insieme, ogni tanto no, a vole in testa a volte in coda. Andrà avanti così fino alle porte di Lucca.
Il cammino è bello e armonico, in leggero saliscendi alterna asfalto e sterrati passando fra vigneti, boschetti di bamboo e ponticelli su piccoli ruscelli. È così fino a Camaiore il cui centro storico è purtroppo assediato dal mercato. Metto il timbro sulla credenziale in un bar e mi scolo due succhi di mirtillo; il caldo non morde ancora ma fa sentire comunque la sua presenza, sembra sussurri "vai, vai, tanto dove scappi".
Dopo Camaiore si segue il ruscello e la Fiji ne approfitta per farsi un paio di bagnetti. Si comincia a salire dolcemente poi ci sono un paio di strappi niente male su strada e in bosco fino ad arrivare a Montemagno dove una pausa è d'obbligo anche grazie alla presenza di una bella fontanella. Ci sono parecchi ciclisti ed un leccio antico che è il simbolo del paese; un cartello prega cortesemente i guidatori di biruote di evitare l'irrorazione del suddetto con getti fisiologici: insomma, non pisciate sul leccio.
I francesi allungano la sosta ed io parto in solitaria e in discesa. Arrivo così al paesello di Valpromaro dove timbro la credenziale e mi ritrovo a bere limonata "scheccherata" in un bar gestito da un ragazzone di napoli. Mi faccio due chiacchere e due risate con lui e riparto. I francesi sono lì fuori e il gruppetto si riunisce per l'ultima salita, quella al Passo delle Gavine e a Piazzano, piccolo e meraviglioso paesino che esporta silenzio in tutto il mondo.
Da lì è solo discesa e caldo e poi pianura e super caldo. Alla fine è arrivato, inferocito come non mai. È la fine.
Poco prima di attraversare il fiume incontro una signora che sta annaffiando delle piante. Le dico "che me la da un'innaffiata signora?" "Accomodati risponde lei" e appena io chino il capo mi doccia potentemente. Sono asciutto dopo pochi minuti e c'è ancora tutto il lungofiume da fare. Un passo dopo l'altro mi trascino fino alle mura ed entro in città. Anche oggi ho vinto io.
Lucca è bellissima e faccio qualche foto prima di trovare il giusto riposo. Le scarpe mi hanno abbandonato e domani sarò io ad abbandonare loro in un secchio dell'immondizia.
A Roma mancano 361,5 km. Nothing more to say.
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