Sembrava dovesse venire giù il mondo, nuvole grigie come il piombo e invece dopo il passaggio del Po e abbandonata la strada per un lungocanale fangoso l'azzurro un passo alla volta ha preso il sopravvento. Tutta la tappa si è svolta tranquillamente fra campi di grano e di mais, fra piccoli canali e chiuse gorgoglianti acqua. Ho dovuto scavalcare due fossi e in uno per poco non ci rimettevo la faccia (colpo di reni e ho avuto la meglio sul fango). Poi ancora avanti fra sterrati, tunnel sotto la ferrovia e boschetti d ibetulle che ti riempiono di pace. Sono arrivato a Saluggia presto (ero partito alle 7.30) e sono andato in cerca della parrocchia di San Grato. Con mia grande sorpresa ho scoperto che il nuovo parroco, pur avendo a disposizione alcune stanze, non faceva più accoglienza pellegrina. A dirmelo è stata una signora delle pulizie dal cuore tenero che gli piangeva per questo inspiegabile cambiamento. Il precedente parroco era invece molto ospitale e probabilmente avere gente intorno rendeva meno noioso il lavoro della donna. Alla fine mi ha detto "tu stai facendo una cosa bellissima. Te lo metto io il timbro anche se non potrei"
Fa tristezza sapere che delle stanze rimangono inutilizzate, che questo sentiero storico non è tenuto nella giusta considerazione proprio da coloro che più di tutti dovrebbero sentirlo vicino. Amen.
Domani è un altro giorno.
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