Tromello -Pavia, 28 km.
Una giornata lunga, calda e umida ma piena di belle cose. Andiamo con ordine.
Sono uscito da Tromello che erano le 7,30 (mi sto sforzando a muovermi alle 7 ma ancora non ce la faccio, eheheh) Dopo poco sono già fra i campi e le risaie, ormai il mio habitat naturale. Incontro quasi subito il mio animale totemico di oggi: il coniglio. Prima me ne passano due davanti balzellon balzelloni, poi l'incontro ravvicinato: lui è proprio piccolo, minuscolo, un microbo con le orecchie lunghe, è così piccolo che si vede appena nell'erba, è così piccolo che non ha paura perché quando si è così piccoli la paura neanche si conosce. Muove le guanciotte ruminando qualcosa e mentre lo fa io tolgo il tappo all'obiettivo, inquadro e scatto una, due volte. Lui immobile. Guardo la foto: troppo scura. Aggiusto l'esposizione pensando "adesso appena lo metto a fuoco scappa" e invece no, mi lascia il tempo di scegliere con cura l'inquadratura e di scattare poi, sempre con calma, si gira e si infila nel cespuglio. Io adoro i conigli e adoro anche le lepri, sono gli unici animali che non rientrano nella mia alimentazione, è più forte di me. Probabilmente quello che ho immortalato era un coniglietto particolarmente sensibile e sentiva, dentro di se, che non gli avrei fatto del male per niente al mondo.
Salto il passaggio a Garlasco optando per il più interessante Santuario della Madonna delle Bozzole ed è come entrare a Spectre, la minuscola cittadina del film Big Fish di Tim Burton (uno dei miei film preferiti in assoluto). Visito la chiesa accolto dal sorriso delle due signore che ne stanno pulendo l'ingresso. Su loro indicazione (sempre col sorriso) mi dirigo all'attiguo bar per apporre il timbro sulla credenziale e qui conosco Cesare, che di Francigena ne sa abbastanza ma non conosce la App Sloways che mappa tutto il percorso e ti fa vedere dove sei (molto utile per non perdersi nella risaia). La scarica in tempo reale e mi regala una lemonsoda che è ormai diventata compagna insostituibile delle mie soste. La bevo continuando a chiaccherare con lui poi riprendo il cammino.
Arrivo a Gropello Cairoli e lo attraverso veloce: nulla di rilevante. Poi sono di nuovo in risaia. Il caldo sale insieme al sole e si fa sentire ancher un po' di umidità che ieri non c'era. Il paesaggio però ripaga la fatica e quando arrivo a Villanova d'Ardenghi (un'altra Spectre) si è fatto mezzogiorno e mi tocca dare un po' di benzina ai muscoli; mandorle, albicocche secche, banana, un po' di pane e acqua fresca. Libero i piedi perché anche loro hanno diritto ad una mezzora d'aria quindi riparto per il rush finale.
È la parte più bella del giorno, quando improvvisamente abbandonando la stradina desolata incontro il grande fiume: il Ticino. Gli ultimi 10 km si snodano dolci lungo le sue sponde, in un sentiero circondato da vegetazione lussureggiante. Il caldo è salito ancora e un bagnetto ci starebbe tutto ma non posso tardare perché stanotte dormo in una stanza trovata su airbnb ed ho appuntamento con i tipi (e poi se mi fermo non riparto più, sacrosanto). Così continuo ad arrancare, un arrancare piacevole, non c'è che dire e mi concedo anche una seconda limonata in un chioschetto bordo fiume dove ascoltano Bowie (ci provano in tutti i modi a farmi desistere). Gli ultimi 5 km li faccio stringendo un po' i denti ma alla fine il Ponte Coperto si mostra ai miei occhi e finalmente entro a Pavia.
Roma ora è un po' più vicina, solo 653 km. L'importante è fare come l'acqua del grande fiume: seguire il corso e diventare corrente. Splash.
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