mercoledì 13 giugno 2018

Pane santo, frantoi ipogei e processioni



La terza giornata dell press tour inizia presto, con la messa per S. Antonio a Patú  con la distribuzione del pane da parte della signora Anna, che non ha dormito tutta la notte per essere pronta a questo appuntamento.
Il suo pane è buonissimo, merito della sua devozione e del suo amore per il santo; tutti i fedeli fanno diligentemente la fila per ricevere dalle sue mani il prezioso panino, ancora tiepido di forno. La tradizione ha un'origine antica: la leggenda narra di una donna che, vedendo un bambino affogato in un calderone, pregò S. Antonio di salvargli la vita in cambio di tanto grano quanto il peso del bimbo, e la sua richiesta di grazia venne esaudita.



Patú è famosa anche per la bellissima chiesa di San Giovanni Battista, datata XII secolo, ricca di affreschi e povera di orpelli. Davanti alla chiesa si trova il Centopietre, un monumento megalitico funebre costruito per ospitare le spoglie del generale Geminiano e composto da 100 grossi blocchi tufacei.



Da qui ci spostiamo a Gagliano dove fa bella mostra di se la chiesa di San Rocco; un bellissimo altare scolpito in pietra leccese è collocato sul lato destro della navata ma l'attenzione viene rapita dall'altare dedicato al Memento Mori, che è un tripudio di piccoli teschi e immagini macabre.



Giusto il tempo di vedere il Santuario di San Francesco da Paola fuori dal quale troviamo le indicazioni della Via Francigena, e cambiamo paese. Corsano ospita la chiesa di Santa Sofia, crollata e ricostruita; alcune delle statue lignee o di cartapesta recuperate dalle macerie sono esposte nella piccola cappella del Sacro cuore. Ce ne sono un paio particolarmente spaventose che rappresentano martiri in un tripudio grand guignole.



Prima del pranzo abbiamo il tempo di andare a Tiggiano a visitare il palazzo baronale e la chiesa di Sant'Ippazio, e poi a Salve dove scendiamo nella roccia per visitare un frantoio ipogeo.


Ci lavoravano, durante l'inverno, i marinai che in estate si occupavano delle attività legate all'acqua e questa cosa è testimoniata dal fatto che i nomi di questi "operai" coincidevano.

Una sosta a base di specialità locali e poi via, verso Ruffano. Qui, nel più popoloso dei comuni di questa città diffusa, oggi è festa grande. C'è la processione del santo, la sua statua argentata è già sul palco ma il vescovo sta ancora parlando, così abbiamo il tempo per visitare la chiesa della Natività della Beata Vergine (o chiesa madre). Le pareti sono coperte da grandi tele raffiguranti scene dal vecchio testamento e gli altari ricchi ed elaborati, soprattutto quello dedicato al santo.
Facciamo appena in tempo a vedere la cripta che il corteo parte, sacerdoti in testa, bambini devoti con palloncini bianchi e carabinieri in alta uniforme e pennacchio a seguire.



Sono gli ultimi fuochi (quelli artificiali saranno più tardi). Rimane il tempo di raggiungere l'agriturismo Sante le Muse dove si cucina come una volta con prodotti a km 0, e assaggiare piatti tradizionali buonissimi cullati da una bellissima musica. La felicità è fatta di piccole cose.

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