Ciao
a tutti e bentrovati.
La
mia latitanza è imperdonabile, lo so, ma i miei ritmi hanno ricominciato a
farsi frenetici e trovare il tempo per scrivere anche un semplice articolo per
il blog può diventare complicato.
Dove
eravamo rimasti? Ah si, al Cammino Materano e alla Via Flavia.
Tirando
le somme di queste ultime due scarpinate posso dirvi che sono state due
esperienze fantastiche, diverse fra loro eppure così simili, una vera manna per
gli occhi, per la testa e per il mio cuore vagabondo.
I
quattro giorni in Puglia mi hanno permesso di conoscere una parte dell’Italia che
non conoscevo assolutamente; farlo avendo come guide tre ragazzi pieni di sana
passione per il proprio territorio è stato un valore aggiunto. Angelo, Claudio
e Lorenzo mi hanno parlato di storia, di botanica, di geologia e geografia, e,
last but not least, di enogastronomia. Come dimenticare il Padre Peppe (nocino
tipico della zona di Altamura), i deliziosi formaggi della Masseria Scalera (un
luogo di grande accoglienza), la pignatta (ciotola di coccio contenente stufato
di pecora e coperta da una pizza) mangiata a Matera. E poi i Trulli, la steppa
murgiana, i fichi presi dagli alberi, il finocchietto selvatico, le gravine e
tutto il resto. Mi sono ripromesso di tornarci in un futuro prossimo, per il
Cammino e per rivedere i miei nuovi amici.
La
Via Flavia è stata altrettanto ricca, per tanti motivi. Il primo è sicuramente
l’allegra presenza, durante i cinque giorni di Cammino, di Gregorio, amico di
vecchia data, scomparso e poi ritrovato, che voleva a tutti i costi provare a
fare un’esperienza di questo genere. Il secondo è la bellezza profonda della
costa del Friuli Venezia Giulia, del suo splendido mare e della sua gente.
Renato Cavaliere, artefice del Cammino, ci ha regalato se stesso per la prima
tappa e soprattutto ha fatto si che potessimo camminare insieme alle Mule di
Monfalcone (Vivi, Mirella, Dolly e Cristina). Ho imparato tanto da questi
giorni bellissimi: ho scoperto cos’è l’Osmiza (cin cin), ho visto una trincea
didattica (brividoni), e soprattutto ho assaggiato il Pelinkovac, un superbo
digestivo che non è proprio friulano, bensì balcanico, ma che qui è dilagato
senza pietà, e ne siamo tutti molto contenti.
L’inverno
si avvicina con le sue piogge, i suoi freddi e tutto il resto ma molte novità
bollono in pentola insieme a zuppe e risotti.
La
prima è che il nuovo libro “I giorni di Postumia” sta per uscire; manca
veramente poco, roba di giorni, ed io sono eccitatissimo. Il Cammino della
scorsa estate, 932 km. da Aquileia a Genova lungo la Via Postumia, rivive fra
le pagine di questo volume pieno di storie, aneddoti, emozioni e farcito dalle
incursioni di un bizzarro alter ego in armatura. Ma non voglio svelarvi troppo,
gli spoiler sono una calamità naturale; verrò in molte città e paesi d’Italia a
parlarne e lo saprete per tempo: date, luoghi, orari ecc. ecc.
Nel
frattempo… nel frattempo non mi fermo mai: la prossima settimana (dal 16 al 23)
su Note, settimanale delle Ferrovie dello Stato per pendolari e viaggiatori,
uscirà un mio mini racconto intitolato Mach 5; non ha nulla a che vedere con i
pellegrini e tutto il resto ma parla, in qualche modo, di lentezza. Non ve lo
perdete, lo trovate nelle più importanti stazioni, generalmente alle
biglietterie.
Sto
lavorando alla revisione del nuovo romanzo (in uscita il prossimo anno) ed è un
po’ come riscriverlo da capo; ho appena finito la seconda e domani inizierò la
terza, sperando sia l’ultima… ma noi perfezionisti siamo una tragedia.
Infine
posso dirvi che il prossimo maggio, un mese che adesso sembra così lontano,
sarò nuovamente in Cammino, un itinerario bellissimo da…
Mi
sa che, come da tradizione, lo saprete solo all’ultimo.
Vi
voglio bene; buon Cammino a tutti.
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